Anastasia, l’ultima sopravvissuta alla strage dei Romanov, è cercata più da coloro che vogliono una ricompensa dalla sua restituzione che dall’imperatrice Fedorova, sua nonna. Quando una ragazza molto simile ad Anastasia viene trovata priva di memoria a Parigi, scappata da un manicomio, il generale Pavlovic Bounine la istruisce in modo da poter ottenere il riconoscimento dell’imperatrice.
Anastasia, gran produzione del 1956, è un dramma che ha il fascino della vecchia Hollywood, con un soggetto che tocca le corde dell’anima puntando sulla questione fondamentale del Novecento: la ricerca dell’identità. Anna, la forse vera Anastasia, vuole solo amore, una famiglia, un sé in cui riconoscersi e che possa dare fondo alla sua vita.
In uno sceneggiato ricco di bei costumi e con una commovente Ingrid Bergman nel ruolo della protagonista, spicca un dialogo cruciale fra l’imperatrice, interpretata da una grande Helen Hayes, e Anastasia. Un incontro-scontro che inizia nel sospetto e nel rifiuto e progredisce nella scoperta di un bisogno reciproco di affetto. Un film da vedere, per le sue grandissime attrici più di tutto, che propone con forza una necessità comunemente sentita nell’adattare una vicenda storica realmente accaduta. Il crepuscolo della monarchia è la fine dell’Ottocento, e l’inizio di quel secklo breve che più di tutti ha portato le sue protagoniste a interrogarsi sul proprio posto nel mondo.
Rieccomi! L’anno dopo uscì un altro capolavoro invecchiato benissimo, Sayonara: l’hai visto?
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No, ma so che è con Marlon Brando, quindi merita di sicuro!
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Sul tema degli amori interrazziali è molto bello anche quest’altro film: https://wwayne.wordpress.com/2017/03/19/ci-sposeremo-te-lo-prometto/
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