La nuovissima commedia romantica natalizia di Hulu con protagonista Kristen Stewart è il miglior regalo cinematografico da scartare sotto l’albero. Diretta e sceneggiata da Clea DuVall, Happiest Season è una piccola perla, un sospiro di sollievo che è piaciuto tanto anche al di là dell’oceano.
“Ci sarà spazio per noi, un giorno, per vederci davvero sullo schermo. Per me, Happiest Season non è stato questo. Ma ci è andato abbastanza vicino.”
Rachel Charlene Lewis – Bitch Media
Abby, 29enne dottoranda rimasta orfana da adolescente, è sinceramente innamorata di Harper (Mackenzie Davis), con cui convive e che vorrebbe sposare. Il Natale di Abby dovrebbe trascorrere in solitudine, ma Harper decide di invitarla a trascorrere le feste dalla sua famiglia, salvo poi dirle, una volta arrivate, di non aver fatto coming out con i genitori. Il soggiorno si trasforma quindi in un tentativo di nascondere Abby sotto le spoglie della coinquilina orfana e sola. La famiglia di Harper nel frattempo si prepara a una serie di incontri importanti per Ted (Victor Garber), il padre, il quale sta preparando la sua candidatura come sindaco, ai quali provvede la perfezionista e maniacale madre Tipper (Mary Steenburgen), con le sorelle Sloane e Jane rispettivamente nelle vesti della madre di famiglia perfetta e della ultimogenita bizzarra e un po’ lasciata in disparte.
Duvall dovrebbe essere lodata per aver portato una delle più divertenti e scanzonate commedie romantiche queer dell’anno
Linda Marric – The Jewish Chronicle
Happiest Season riesce nell’impresa di essere una commedia con protagoniste due donne lesbiche senza scendere nel drammatico o nello stereotipo, trattando con leggerezza un tema scottante e regalando tanti momenti divertenti grazie anche alla cornice di personaggi quasi surreali e a una Kristen Stewart molto a suo agio e assolutamente convincente nel ruolo di Abby. Considerando il livello medio dei film natalizi, la loro banalità e la non divertente comicità, Happiest Season si distacca fieramente dalla massa, con tanti problemi e tante soluzioni, un positivo messaggio di accettazione e comprensione e un deciso attacco alla politica Don’t Ask Don’t Tell che tanti danni ha fatto negli States. Alcune scene poi, come quella della lotta in corridoio o quelle in cui ci sono Jane e l’amico gay di Abby, John, sono impagabili.
“Funziona. È ben costruito. E i personaggi sembrano reali, o perlomeno realistici.”
Michael Phillips – Chicago Tribune
Insomma, forse anche il cinema ad alto budget sta iniziando a finanziare prodotti non drammatici in cui i personaggi queer non sono solo secondari, macchiette, ridotti alla loro sessualità o peggio ancora non considerati in base ai reali problemi che porta la loro sessualità. Happiest Season sembra un buon primo passo.