
Non avevo mai visto un film diretto da Ben Affleck, e devo fargli i complimenti: Argo è davvero bello, molto più interessante e leggero di quanto possa prospettarsi dalla trama, pur rimanendo in tema con il contesto storico in cui è inserito.
Siamo nel 1979, in Iran, dove il popolo in rivolta assale l’ambasciata statunitense riuscendo a catturare più di cinquanta ostaggi. Ma c’è chi riesce a salvarsi: sei funzionari del corpo diplomatico, che si rifugiano nell’ambasciata del primo ministro canadese, Ken Taylor (Victor Graber) e della consorte.
Per oltre due mesi i sei sono costretti a stare rinchiusi nella casa del primo ministro, senza che gli agenti speciali riescano a trovare un espediente convincente per tirarli fuori senza rischi eccessivi. A proporre una soluzione è Tony Mendez (Ben Affleck), un esfiltratore esperto nel tirare fuori le persone da situazioni complicate.
Il suo piano è quello di creare un film fittizio, Argo, sci-fi ambientato in Oriente, e prendere con se i sei funzionari, facendoli passare per registi, sceneggiatori e membri vari della troupe cinematografica canadese che realizza il film, in viaggio in Iran per testare eventuali location.
Il tutto è ovviamente irrealistico, difficile a credersi e nessuno, compresi i protagonisti, ha reale fiducia che la polizia iraniana creda in questa farsa, ma la cosa bella del film è che questa storia è tratto da fatti realmente accaduti, in particolare ispirandosi alle memorie di Tony Mendez, pubblicate nel 1999. Come diceva Pirandello, la realtà supera la fantasia.
Come ho detto all’inizio il film è divertente e lo è per alcuni personaggi in particolare: affinché la missione riesca, il progetto del film deve essere credibile, e per questo vengono coinvolti John Chambers, famoso make up artist hollywoodiano, e il pluri-premiato Lester Siegel. I due, interpretati rispettivamente da John Goodman e Alan Arkin, sono esilaranti nei dialoghi e creano tutta l’impalcatura del film inesistente, compresi studi, pubblicità, conferenze stampa e altro ancora.
Inoltre, come dice Rogert Ebert del Chicago Sun Times “È così facile creare un thriller usando inseguimenti e sparatorie, mentre è davvero difficile regolarlo su tempi precisi e una trama talmente chiara per noi che non riusciamo a capire come mai non lo sia anche per gli iraniani”. Questa è la stessa sensazione che ho avuto io: un thriller/crime-drama così incentrato sull’ingegno anziché sull’azione, con un tasso di pericolo molto alto, ma una notevole alternanza di momenti di tensione ed altri meno tesi, difficilmente è trovabile.
Non c’è molto di inaspettato nello svolgimento, ma nonostante la sua linearità Argo è una missione di salvataggio con un geniale punto di partenza, una notevole aderenza ai fatti reali, un cast notevole e una perfetta ambientazione anni ’70-’80: capelli oltremodo lunghi, occhiali dalla montatura grande, telefoni vecchi, con Star Wars ed Il pianeta delle scimmie a fare da contesto cinematografico.
Una grande accoglienza
Il film è stato molto ben accolto dalla critica, ricevendo 7 candidature ai Premi Oscar e vincendo 3 statuette, per il Miglior film, la Migliore sceneggiatura non originale e per il Miglior montaggio. Argo, che ha vinto 2 Golden Globes, è stato inserito nei dieci film dell’anno dal National Board Of Review, e Ben Affleck, all’epoca già di gran successo come attore, è stato apprezzato come regista, vincendo il BAFTA ed il Critics’ Choice Award per la Miglior regia.