By the sea, ovvero lungo il mare azzurro della costa francese. Una costa bellissima, sempre soleggiata, con un cielo azzurro e piena di turisti, tra cui due, due signori non giovanissimi, ma estremamente affascinanti, di un’eleganza trascurata. Una coppia di bellissimi newyorkesi, lui scrittore con baffi e basette, lei silenziosa e meravigliosa ex ballerina.
I due incontrano due giovani neo sposi, loro vicini di camera, impegnati in una lunga luna di miele, due felici francesi che vivono la loro relazione sanamente. Vanessa e Roland, questi i nomi dei protagonisti, ci fanno amicizia e li spiano attraverso una fessura. Fessura che rappresenta la flebile possibilità per loro di rivitalizzare il loro matrimonio, un matrimonio taciturno, sofferto, scemato, a seguito di un evento traumatico che viene preannunciato dalla regia attraverso brevissimi flash di ombre e poche battute, ma viene tenuto nascosto fino al finale.
Scritto, diretto e prodotto, oltre che interpretato, da Angelina Jolie, By the sea è un film di chiara ispirazione europea, di quei film in cui i paesaggi e i silenzi sono centrali. Per quello che può valere detto da un profano, la regia è molto bella: l’estetica, il gusto parnassiano della bellezza fine a se stessa, sono eccellenti, eppure alla maggior parte degli spettatori potrebbero non bastare.
Il grande difetto del film è la sua lentezza, ma anche l’assenza di dialoghi costruttivi, la banalità del finale. L’opposizione fra le due coppie, la sofferenza di Vanessa, l’essenzialità della scenografia, il gioco degli specchi e degli sguardi funziona. Ma se lo spettatore passa più tempo a meravigliarsi della bellezza del paesaggio o del modo in cui fumano i personaggi rispetto a quello che investe nel preoccuparsi della trama o ad empatizzare con i protagonisti, è chiaro che nell’insieme il film è difficile da seguire.
Qui Angelina ha sbagliato: c’è troppo sbilanciamento, troppo non detto e troppe poche parole, forse perché non c’è molto da dire.
Io vi dico: guardate By the sea se avete modo e tempo, ma non aspettatevi di poterlo comprendere senza fare uno sforzo, di potere entrare nel suo ritmo, quasi impercettibile, senza fare uno sforzo.
Post Scriptum: Brad ha fatto assai di meglio, Angelina pure, ma come attrice, più che come sceneggiatrice, è convincente.